La Casa Editrice Danaus
Di G. Sparacio e c. viene fondata con lo scopo di promuovere la diffusione e la divulgazione della cultura umana e di quella scientifica in particolare.
Il nome prescelto è di origine greca e si riaggancia al mito greco di Danaus, re di Argo, e delle sue più conosciute figlie, le “Danaidi”.
La leggenda narra che esse, per comando del padre, uccisero tutte, con l’eccezione di Ipermnestra, i loro mariti figli di Egitto, fratello dello stesso Danaus, nella prima notte di nozze; per questo delitto le Danaidi furono condannate dagli Dei nell’Ade a raccogliere per l’eternità l’acqua da un pozzo con dei vasi bucati.
La loro condanna consisteva, quindi, nell’affannarsi a realizzare un obiettivo che non sarebbe mai stato raggiunto; da qui deriva anche il concetto della futilità umana (futile deriva dal latino “futtilis”: che perde acqua), estremamente attuale ai nostri giorni; nonostante la nostra civiltà, infatti si trovi ad uno dei suoi massimi livelli di progresso, non riesce in realtà a raggiungere i risultati che sarebbe lecito aspettarsi per tutta l’umanità.
Più comunemente, e come lo intendiamo noi, “Danaus” indica un genere di farfalle diurne tropicali della famiglia Danaidi dalle spiccate capacità migratrici.
La specie più conosciuta è Danaus plexippus, la Monarca, farfalla diurna distribuita in tutta l’America dal Canadà al Rio delle Amazzoni, ma segnalata in numerose altre regioni del mondo, che, dal 1889 è stata adottata come “insetto nazionale” dagli Stati Uniti d’America e dal Canadà.
La specie del nostro logos, disegnata dall’amico Michele Reina, ritrae invece Danaus chrysippus. E’ una specie diffusa in Africa, Arabia, Asia tropicale e Australia e, negli ultimi anni, presente anche in Sicilia e altre regioni italiane, con colonie tendenzialmente stabili.
Il significato è simbolico. Si tratta di una “reperto” della Natura e come tale indica il rispetto e l’attenzione che bisogna portare al nostro pianeta e a tutte quello, vivente e non, che in esso è compreso.
E’, come detto, una specie migratrice: si rapporta idealmente alla mente umana, che spazia in continuo alla ricerca di nuovi orizzonti e nuovi confini, ma anche al lavoro e all’impegno di ogni impresa quotidiana, piccola o grande che sia; come anche quella dei grandi viaggiatori del passato che partivano alla scoperta di nuovi mondi, come tutti quelli che, spinti dallo spirito dell’Ulisse dantesco, vanno sempre avanti per migliorarsi e per migliorare, sorretti soltanto dal desiderio di “seguire virtute e conoscenza”.